Vuoi ottenere 3000 link in un giorno?

NO? Allora puoi anche non leggere questo articolo!

Altrimenti, quello che ti consiglio è di seguire bene le istruzioni contenute in questo articolo che illustra come ottenere 3000 link in un giorno.

I link che si ottengono sono per la magior parte nofollow, ma sono comuqnue dei link, e oltre ad aumentare la linkpopularity, sicuramente sono una buona fonte di traffico per il proprio sito web.

Questa è un’ottima tecnica per far uscire i propri siti dalla sand box, e comunque per siti nuovi.

Non è un metodo che ha grandi risultati per domini già esistenti e/o in gara con competitor particolarmente attivi.

Page Rank: Informazioni Utili

Page Rank
Colgo l’occasione per segnalarvi un interessante articolo sul Page Rank di Google.
Per quanto ormai si direbbe superato, da quando si inizio “anni or sono” a parlare del Trust Rank, conoscere tutti gli aspetti del Page Rank è molto importante!!! Ed è fondamentale per un Esperto Seo conoscere tutte le sfumature di questo sistema di catalogazione meritocratico di Google.

L’articolo: Google Page Rank Tutto quello che un esperto SEO deve sapere è un articolo completo sull’argomento.

Nell’articolo vengono affrontati diversi temi, come la differenza che c’è tra il Page Rank della Toolbar e quello reale. Troverete anche una parte interessante sull Rank Locale e su Hilltop: un sistema speciale per differenziare i tipi i siti tra Autority e Expert site!

Link dell’articolo:
http://webmarketing.olo-service.com/2009/11/05/google-page-rank-tutto-esperto-seo/

Direi che leggendo qusto articolo si evince che il Page Rank non è poi così trampntato!!! E tu cosa ne pensi?

Cambiano le regole per la link popularity: consigli pratici per adattarsi

link popularityRiprendendo un ottimo post di Fabio Sutto sulla link popularity, in cui viene spiegato chiaramente come, in virtù degli ultimi cambiamenti agli algoritmi dei motori, sia sempre più rischioso, il link baiting “forzato” e non a tema, ne deriva un crollo di utilità per tutti i siti di comunicati e article marketing che fino a ieri tutti usavano non solo per promuovere attività, notizie e novità aziendali (che poi dovrebbe essere il vero reale scopo almeno èper i comunicati), ma anche per ottenere link in pagine un minimo tematizzate… Ma se è vero che un’articolo può essere temtizzato, esempio, si deve pubblicizzare una palestra di Tai Chi Quan a Roma, e lo si vuole fare inserendo alcuni comunicati ed articoli su vari siti preposti allo scopo, allora si creeranno dei testi che trattando l’argomento Arti marziali e Tai Chi Quan otterranno un po di testo tematico in cui inserire i link… Ma il resto del sito? Come è tematizzato? Questo è un aspetto molto importante…

Ed un’altro aspetto importante è quello di non finire in un sito di CS o di AM che sia già stato segnato come un Bad Hub, cioè un luogo nato solo per la crescita di link, cosa che a G**gle e company non piace affatto!

Ormai possiamo tutti avere la certezza, grazie a numerosi casi documentati, che uno o più link in siti del genere portano a delle forti penalizzazioni, tanto è vero che è nata anche l’abituine di utilizzare questo genere di siti, per linkare i siti dei concorrenti e danneggiarli… Il Trust Rank funziona!

In che modo scoprire se un sito di CS o di AM è “utile” oppure no al nostro Rank?

Chiedi a Goolge:
essendo proprio lui il primo che stabilisce se un sito passa buono o cattivo trust rank, la cosa migliore che si può fare è efettuare qualche ricerca su google, per esempio, cerando comunicati +(una key inerente al settore su cui ci si vuole posizionare) si può avere un’idea immediata di come google onsidera attendibile un sito.

Per verificarne l’indicizzazione
si può effettuare una ricerca con il titolo completo di una delle news pubblicate nel sito che stiamo testando
se il titolo non è troppo generico e quindi facilmente reperibile ovunque, e se il sito che si sta testando ha una buona indicizzazione dovrebbe omparire per primo… se questo non accade, non è un bel segno…
Ma facciamo attenzione: dipende molto anche dal titolo della news che cerchiamo, ribadisco che non deve essere troppo comune altrimenti il “test” è invalidato. In questo caso è importante usare sopratutto il buon senso.

Non affidiamoci al page Rank ma alla quantità ed alla qulità dei contenuti, nel tempo e nello spazio:
– Ma valutiamo il sito per grandezza (quantità dei contenuti inseriti)
– Frequenza dei post nel tempo.
– Freschezza dei contenuti in termini di data di pubblicazione e di attualità dei post inseriti.

Ed infine: usiamo gli utenti…
Sapere cosa ne pensano gli altri approposito di un sito può sempre tornare utile, ma attenzione, spesso questa è un’operazione che porta via molto tempo.

In questo caso si può utilizzare una ricerca su blog, social network e/o forum per vedere se e come gli altri hanno parlato del sito che stiamo analizzando e magari porre anche qualche domanda ogni tanto. Che ne pensate del sito di cs xxx? Parliamo tanto di web 2.0 però qualche volta possiamo anche usarlo!

Mi sembra necessario precisare una cosa: effettuare queste valutazioni può sembrare una perdita di tempo, in tal caso è bene prima riflettere sull’influenza negativa che può avere un bad rank sulle pagine del nostro sito, e poi sul fatto che questo lavoro non va fatto ogni volta che si invia un CS o un articolo, ma solo ogni tanto per assicurarsi di avere sempre una lista valida di hub che possono contribuire positivamente alla crescita del nostro rank.

photo credits: Gualtiero


Qual’è il miglior cappello che un seo può indossare?

cappelli

Nella rete c’è ne i tutti i colori, White Hat, Black Hat, Grey Hat… Blue Hat chi più ne ha più ne metta…
Inizialmente nato per gli haker per differenziare quelli buoni da quelli cattivi, il cappello nero (Blue Hat, il cattivo) o il cappello biano (White Hat, il buono), sono stati acquisiti anche dai SEO e sono diventati l’insegna di una serie di interminabili discussioni e peripezie linguistiche, c’è chi dice meglio bianco, c’è chi dice meglio nero… ed infine ovvimante il grigio… la via di mezzo…

Ma cosa significa veramente per un SEO e quali applicazioni ha nel lavoro quotidiano del posizionamento?

Principalmente sono tutte chiacchiere inutili, spesso chi ne parla non sa veramente quali siano i risvolti pratici della facenda, o non ne ha mai fatto pratica o addirittira non ne ha neanche una minima idea…

In realtà infatti non c’è assolutamente differenza tra un cappello bianco ed uno nero… Un vero SEO deve essere capace di utilizzare correttamente qualsiasi tecnica sia utile al suo scopo…

Spesso di fronte a questo discorso la risposta più comune è: “Fa un po quello che vuoi, tanto poi verrai bannato”…

Questa rispota ha in se diversi errori, come per esempio la frase “Verrai bannato” frase che denota chiaramente che ci si sta riferendo ad un idea di lavoro nel web puramente amatoriale…

Infatti nello specifico è un sito che viene bannato… e non il proprietario, dire “Verrai bannato” equivale ad affermare che una persona ha solo un sito… Tipico dei web master… Ma il web Master in questo caso è una figura che rispecchia un livello amatoriale e non un Seo PROFESSIONISTA…

Un Internet Marketer invece sa che il suo scopo è il business non l’hobbies e per questo è pronto ad utilizzare qualunque tecnica che assolva lo scopo!

Un sito bannato non è una grande perdita se prima del ban si è saputo ome sfruttarlo! E sopratutto, non è così facile avere un sito bannato…

Con questo non fraintendetemi, non sto cercando di sostenere che la via del Black Hat sia migliore, anzi, sto solo cercando di “sfatare i miti”, il black hat è un insieme di tecniche che spesso viene criticato dalla maggior parte dei SEO amatoriali che non conoscono bene ciò di cui parlano, o anche professionisti che a volte cercano di difendere una posizione o di darsi un tono, mascherandosi da buoni samaritani con il cappello bianco ecc… Esistono anche casi di professionisiti che si specializzano in un insieme di tecniche che appartengono più a un colore rispetto che ad un altro.

Quale che sia il colore del cappello “scelto” il compito di un SEO è quello di aumentare la link popularity, certo non si riduce tutto solo a questo, ma il core dell’impegno e sicuramente la ricerca, la creazione e la caccia ai link, in generale quanti più link un sito ha tanto più è forte ed ha la capacità di scalare posizioni nei risultati di ricerca. Ovviamente i motori questo lo sano bene e da tempo hanno introdotto diversi “accorgimenti” per filtrare questa quantità di link e stabilirne dei criteri per una valutazione qualitativa oltre che quantitativa.

Quindi, è importante sia la quantità che la qualità.

Ed è proprio in relazione ai sistemi ed alle tecniche che un SEO utilizza per crare e/o raccogliere questi link che si sceglie di che colore il cappello che si porta è.

Un White Hat puro si limiterà a creare articoli e contenuti su blog, siti, directory, forum e social network manualmente… ottimizzerà il codice html delle pagine e se va bene dirà: “I contenuti sono molto importanti”

Un Black Hat puro invece molto probabilmente non si userà molto nemmeno del codice html, e non si soffermerà mai a riflettere se gli standard del W3C aumentano l’indicizzazione oppure no, ma prevalentemente vivrà di codice server side, cercherà sempre nuovi modi per creare spam da inserire in siti, forum e social network, cerhcerà di avere sempre aggiornati i suoi indirizzi IP dei diversi spider dei motori per i suoi cloking, e se va bene sarà anche interessato a qualche tecnica di guadagno on-line, ed ogni tanto si preoccuperà anche di riempire pagine di adsense.

Un Grey Hat puro, utilizzerà un po le directory, gli articoli e l’ottimizzazione e sperimenterà qualche tecnica un po più spinta come software di duplicazione del contenuto che remixano le parole, o contenitori per siti prefabbricati per creare un po di siti con contenuti originali.

Un White Hat che si rispetti invece sarà un professionista sempre aggiornato che lavora prevalentemente per consulenze e per grandi aziende e che le guida nelle scelte, sapendogli all’occorrenza consigliare del “lavoro sporco” con quel minimo di reticenza e quell’alone di mistero capaci da un lato di interessare e dall’altro di convincere, avrà contatti importanti e sarà ben piazzato nella scena del suo mercato di riferimento, il suo lavoro principale consiste nel lavorare alla creazione della sua immagine personale.

Un Black Hat spesso non fa il Black Hat a tempo pieno, ma purtroppo solo a tempo perso, perchè il resto del tempo lo dedica a progetti, software spesso open source. Comunque è uno sviluppatore di software notevole.

Un Grey Hat che si rispetti invece, pur conoscendo un po i linguaggi server side cercherà il più possibile software gia fatto, avrà qualche amico che si definisce Black Hat, e costruirà un isnieme di network con contenuti duplicati o remixati o modificati, potrebe anche far uso di un po di spam-blog ma fondamentalmente cercherà di creare un network di siti che punti ad avere un buon numero di pagine indicizzate su vari temi in modo da poterne sfruttare all’occorrenza il potere di pull…

In conclusione? Il cappello è un abito, ed è bello poterlo cambiare 🙂

credit: grazie a Franco Folini per la foto.

Scrivere e mantenere più social network contemporaneamente

Questo è quello che promette Opensocial, un progetto di google, che si pone come unico accesso a molti social network. Opensocial è un insieme di API aperte.

Per ulteriori informazioni segnalo due articoli molto interessanti sull’argomoneto:

Il primo è di Roobin Good, su Master New Media, ed è molto curato ed esplicativo:
Open Social: nuova piattaforma social networking.

Il secondo è di Programmazione.it, dove molto sintenticamente si possono trovare le caratteristiche e le peculiarità del progetto Opensocial:
Opena Social, la rivoluzione nei social network.

Vorrei posizionare il mio sito su google… Non ricevo Conversioni… ed è in top 10

piscina_1.jpg

… è la piccola case history di una persona che mi contatta per avere il suo sito posizionato su google…”Ho una villa in cui offro soggiorni”, mi spiega “ed ho bisogno di maggiori clienti”, “ho provato con il pay per clic, abbiamo un provider: *****” (piccolo provider di zona) “ma non ho avuto nessun risultato, ho visto che facendo alcune ricerche su google ci sono alcuni siti che compaiono ai primi posti, vorrei esserci anche io per avere più clienti…”

Fin qui tutto ok, ordinaria amministrazione, le chiedo con quali keyword pensava di posizionarsi… ed effettuo velocemente una ricerca, eh… pensate un po… per le prime keyword che mi passa, è in terza posizione, sia in inglese che in italiano: Tuscany luxury villa e villa di lusso in toscana, inoltre ha anche un po di link di qualità (qui un esempio)… Un’età niente mal, è del 2001, è listato in DMOZ… insomma, un lavoro facile facile, si può migliorare la posizione, in modo relativamente facile e veloce…

Poi però, approfondisco un po il discorso, ed entro ni dettagli dell’offerta e scopro che si tratta di una villa di lusso in tutto e per tutto, nulla di nuovo ci sarebbe da obbiettare, e invece no, qualcosa di nuovo c’è, ma nella mia mente, comprendo infatti che la carenza di contatti non è data da un mancato posizionamento su google, e che anche se questo si possa ancora migliorare tanto, non è la soluzione al problema, anzi risulterebe quasi una perdita di tempo…

Il problema è alla base, nel Target, il target di riferimento, difficilmente effettua ricerche su internet per trovare la villa di lusso che fa per lui, preferisce affidarsi a consigli, di chi c’è gia stato, vuole una qualità molto elevata e prove inconfutabili di questa qualità, e com spesso succede quando si vuole il meglio, non ritiene google un opinione affidabile.

Ci sarebbe inoltre da aggiungere che una parte ristretta utilizza il computer ed internet usualmente, e che sono sicuramente frequentatori di Teatri centri esclusivi campi da golf ecc…

Cosa c’è i meglio allora che un azione di marketing vecchio stile, sposorizzazioni, promozioni, offerte di spettacoli a teatro tornei di golf con in premio un soggiorno alla villa… e… i limiti sono pochi e le combinazioni moltissime…

Federico Calzolari primo nella Zeitgeist Italiana di novembre

Prima di tutto chiariamo la terminologia: cos’è la zeitgeist: è una pagina che google mette a disposizione per visualizzare le parle più ricercate (su google ovviamente) dell’ultimo mese. Può essere molto utile per orientare alcune scelte di posizionamento e di fatto influenza alcuni aspetti dell’economia on-line e non solo…

Secondo: chi è Federico Calzolari.
Federico Calzolari è un fisico di 37 anni, attualmente ricercatore della Scuola Normale di Pisa.
Si occupa di Calcolo distribuito ed è riuscito per “gioco” a far risultare il suo nome come la parola più ricercata nel mese di novembre, più ricercata addirittira di natale…

Terzo: come ha fatto.
Federico Calzolari, non lascia molte dichiarazioni in merito, descrive brevemente di aver creato un piccolo script che per un minuto al giorno, per i trenta giorni di novembre, ha effetuato una query ricorsiva. Non ci sono ulteriori informazioni in merito.

Nella rete ci sono vari articoli che parlano di questo fenomeno, a cominciare dall’articolo di zambardino di repubblica, a mio parere il più dettagliato,che sembrerebbe aver avuto un colloquio con Federico Calzolari, divertente l’articolo di italiensk che trasforma la notizia annunciando che il fisico è stato addirittura assunto da google, che come poi viene chiarito a fondo dello stesso articolo, è una traslitterazione dell’affermazione di Hesse (portavoce di google italia) “Ci piacerebbe vederlo e magari anche assumerlo” … Lo auguro a Federico Calzolari, ma non so quanto possa essere veritiero. Un’altro articolo interessante è quello di Johnnie Maneiro. Segnalo ancora l’articolo di Marketing Routes.

Per ultimo una piccola raccolta di link su Federico Calzolari, messa su del.icio.us.

Dalla Link popularity alla Social Popularity

La popolarità di un sito non consiste nel essere presenti nelle prime pagine dei motori di ricerca, come per esempio goggle o yahoo, ma è uno degli elementi che permette questa presenza. Popolare significa appunto noto al pubblico, conosciuto ed in certo senso consigliato, in un primo momento su internet la popolarità di un sito viene espressa dalla quantità di link provenieneti dalla rete che il sito ottiene nel tempo, questo è quindi un aspetto molto importante, e infatti, se molte persone linkano una risorsa è già un chiaro segno di popolarità. Una legge, in un certo senzo, per quantificare questo genere di popolarità è stato il PageRank di Google. Ma come si dice: “… fatta la legge trovato l’inganno”, questo sistema ha portato rapidamente alla creazione di link farm, ovvero siti realizzati al solo scopo di generare un alto numero di link verso altri siti per elevarne artificialmente la popolarità, questo ha portato ad un’invasione, nei risultati dei motori, di siti SPAM ovvero non veramente pertinenti con i risultati di ricerca e quindi di bassa qualità.

Oggi invece, oltre a vedere nello scenario dei motori di ricerca grandi cambiamenti come il TrustRank di Google, e la ricerca di pertinenza e di corrispondenza dei contenuti tra i siti che si linkano, esiste un modo nuovo di concepire la popolarità su intenret ed è la Social Popularity.

Per Social Popularity non intendo come si potrebbe pensare la popolarità che un sito, un servizio op un brand ha nei social network, o almeno non solo, ma più specificamente la popolarità nell’ambito della società internettiana, che dipende da moltissimi fattori. Alcuni di questi fattori riguardano aspetti facilmente misurabili, come la presenza in parte di link ma soprattutto di articoli, recenzioni, file multimediali come audio, video, slide. Altri fattori sono più sottili anche se anch’essi possono essere misurati e dipendono più dall’opinione che il pubblico si costruisce nel tempo.

Il TrustRank e la penalizzazione passiva

In seguito a varie discussioni sull’argomento, che a me pareva tanto chiaro, espongo brevemente la problematica delle penalizzazioni, nelle serp di google, che posono derivare per un sito da link che provengono da fonti considerate spam da google.

Con l’ormai noto avvento del TrustRank lo spettro delle penalizzazioni si è allargato, ora anche i link provenienti dall’esterno possono generare penalizzazioni più o meno gravi. Infatti essendo il TrustRank un valore che si distribuisce da un sito all’alto tramite i link, se un sito viene linkato in maggioranza da siti che secondo l’algoritmo di google del TrustRank sono considerati spam, allora anche quel ito viene considerato spam e di conseguenza penalizzato e magari addirittura escluso dalle serp!

Questo significa che tra le varie azioni scorrette che si possono attuare per penalizzare un concorrente si è aggiunta la generazioni di matrici di link dannose per un sito.

Il modo migliore per difendersi è quello di ottenere un numero sempre maggiore di link con alto trust in modo da bilanciare l’effetto negativo dei link provenienti da siti spam.

La conferma di quanto detto viene chiaramente dalle parole di google che in questa pagina afferma:

There’s almost nothing a competitor can do to harm your ranking or have your site removed from our index“.

ovvero: “Non c’è quasi nulla che un concorrente può fare per danneggiare il rank del vostro sito o rimuoverlo dal nostro indice” .

Ed è chiaro che se non c’è quasi niente qualcosa c’è, come è chiaro che neanche google ne parli chiaro perchè è una cosa che potrebbe indispettire molte persone, e quindi essendo un’azione indispensabile per la lotta allo spam, che però può non essere ben accettata dalla comunità del web allora non dico che viene occultata, ma neanche messa in mostra.

Segnalo inoltre un interessante articolo di Marketing Routes, sulle varie teniche di sabotaggio che un conorrente potrebbe attuare.

Master New Media, escluso da google

Ormai l’incubo è finito, Master New Media che prima era stato escluso dai risultati di google ora è stato ormai riabilitato. Ma la faccenda è molto interessante, pone infatti le basi per alcuni interrogativi: se un sito come masternewmedia, che guadagna oltre varie migliaia di euro al mese in prevalenza grazie agli annunci pubblicitari di googlee che deve, come tutti del resto, più della metà del suo traffico a google, viene improvvisamente oscurato, dai risultati, cosa può garantire il corretto sviluppo di un’attività in rete? Lo spunto di riflessione di cui parlo è dovuto anche alla lettura di un post molto interessante di Marco Camisani Calzolari di cui consiglio la lettura.

Ed ora mi chiedo? Si può sopravvivere senza google? Per un sito è possibile essere visitato pur non esendo nei risultati di google? Secondo il TagliaErbe si può! Condivido!

Google map diventa più facile

Una nuova versione di Google Map è ormai alle porte, in rete si parla di una setimana. Con questa nuova versione Google intendere portare il mashups alle grandi masse.

Fino ad ora infatti se pur molto semplici erano necessari alcuni passaggi tecnici per utilizzare le google map. L’innovazione dovrebbe raggiungere la semplicita di utilizzo dei video di You Tube.

Il nuovo servizio si chiamerà My Map, cona questa nuova versione sarà possibile personalizzare le mappe aggiungendo percorsi, foto, video testi e link. Carl Sjogreen product manager di Google Australia ha annunciato che il nuovo servizio sarà diffuso nel mondo in una settimana.

Mahalo

mahalo.com un motore di ricerca fatto di personeMahalo è un motore di ricerca fatto di persone.

Molto utile la nuova featured: Mahalo Follow si può valutareil servizio di ricerca di Mahalo senza cambiare il proprio motore di ricerca preferito, mentre si riceca con google per esempio,Mahalo Follow apre una piccola side bar laterale dove mostra i suoi risultati. Qui un video che spiega il funzionamento.

Il TrustRank di Google

Il TrustRank è un’analisi dei link, semi-automatica, che permette di riconoscere e dividere le pagini utili da quelle spam. Il semi-automatismo deriva dal fatto che il TrustRank si basa su siti matrice denominati Seeds che sono dei siti scelti di norma da persone, chiamate Oracolo o Quality Rater, pagate da google per valutare le pagine web ed attribuirgli un valore positivo o negativo. Un sito non spam non linkerà un sito spam, attraverso questo passaggio di fiducia viene stabilità una rete “buona” ed una “cattiva”!

Stabilire con certezza quali siano i siti Seeds è molto difficile alcuni sono facilmente ipotizzabili, per esempio la directory di Yahoo, altre directory importanti dove è molto difficile entrare e dove i controlli di qualità sono molto alti, siti governativi e siti .edu spesso.

Per la definizione ufficiale di TrustRank c’è Wikipedia (in italiano) e Wikipedia (in inglese).

SERP

Il termine SERP indica le pagine dei risultati dei motori di riceca SERP è un acronimo e sta per Search Engine Report Page. Per ulteriori approfondimenti ed una definizione ufficiale si veda la pagina di wikipedia.